2.8.10
IL BOSS E L' ITALIANA - FINALE N. 1
Dopo tanto parlare ecco il primo finale del racconto il Boss e l'Italiania; questo lo ha firmato Sandy. Altri?
Domani pubblicherò il nome del vincitore del cellulare.
Buona lettura.
Improvvisamente si svegliò, si girò e vide accanto a sé un corpo che non riconobbe subito.
Nora Nora Patti dalla testa rossa. Perché sono partito di colpo che ore sono mezzanotte a new york le sei Patti sta aspettando il suo nuo vo produttore Cristo uno stramaledetto Jeff Bridges più magro il fascino lo stesso e più giovane. Molto carino dice lei premuroso. Poi cominceranno le registrazioni ma perché si ostina a cantare e poi in mezzo a tutto quel fumo e a quei bicchieri vuotati per dare realismo dice lei e il nostro caro ”Jeff” che fa intanto?
E io che non riesco a scrivere niente esibizioni cretine le stesse gag sul palco e ora tutto questo su e giù. Figli miei e non miei e abbracci e pugni Patti dalla testa rossa quando l’ho incontrata li aveva ricci una grossa testa di rossi ricci mi amava mentre io facevo la rockstar e facevo lo scemo con quella chitarrista nel “tunnel of love” come si chiamava cazzo neanche me lo ricordo più che sguardo triste!
Una ragazzina attempata mi sono innamorato della sua giovinezza passata una belle figurina sì bisogna dirlo adesso un po’ ingrassata anch’io del resto invecchiati insieme avuto coraggio ad innamorarsi di me il mediterraneo che estate!L’ho amata come se fosse stata la prima volta fatto di me un uomo i capelli sulla sabbia fredda come due adolescenti qualunque se fosse arrivato qualcuno?
Torno a casa domani si torno doman si domani si si sisi
“Ehi Brucie, dormito bene?”
“Non tanto, jet lag”
“Jet-lag”!? Vuoi frittelle e miele’”
“No, per favore , niente dolci”
“Rognoni al burro?”
“Oh Patti, ma ti pare?Non esagerare con il “tuo” Ulisse. A proposito e il disco?”
“Registriamo qui;”Jeff” lo trova molto carino questo posto”
“Jeff! Ma io non ci sarò quando arriverà con le scarpe gialle e un cesto di frutta”
“Ah, leggi di nascosto i miei libri”
Bruce divorò le uova e bevve il solito caffè lungo
“Cavallo?”
“No vai tu. Sono davvero stanco”
Rimase solo, si stese sul divano con “Umiliazione” di Philip Roth. Chiuse gli occhi.
Nora, gli occhi ancora chiusi ,allungò la mano. Accanto a lei il letto era vuoto e freddo. “Se ne è andato e adesso che faccio?”
L’acciottolio dei piatti giù in cucina la rincuorò, scese di corsa. Bruce stava preparando la colazione.
“Ciao, zucchero, dormito bene?”
“Mmm”
“mal di testa? Questo te lo farà passare” e le allungò una tazzona di caffè
“Acqua Bruce, pura acqua”
“Sai come siamo noi Americani” Poi si alzò, le andò vicino e le sfiorò il collo con le labbra. “Andiamo di sopra” le sussurrò.
“…..e i bambini”
“Fuori con Giulia , per un bel po’”
Passò il mal di testa, passò la paura, Bruce era sempre lì.
“….e oggi pomeriggio che si fa? Bruce disse infilandosi una Tshirt stinta. “Dentista e spesa.
“ Wow”
“Vuoi canederli o frico?”
“canederli….in brodo” rispose con un sorriso tirato
“Bravo Bruce” fecero i bambini
Non entrò dal dentista, rimase sulla piazza. Sulla panchina di fronte a lui due ragazze cominciarono a fissarlo sorridenti. Accavallarono le gambe; qualcosa gli si rimescolò nello stomaco”Speriamo sia lo stomaco” Vecchio satiro eccitato da due ragazze su una panchina, ti guardano e certo continua a leggere quel maniaco di Roth per essere un intellettuale di New York! Basta io sono un americano semplice la frontiera la terra promessa al massimo Walt Whitman.
Luci e rumori in cucina, buio fuori, Giulia partita, i bambini a giocare.
“Senti, vengo a vivere qui con voi”
Nora sorrise”Sicuro?”
“Si, devo ricominciare, gli eroi ricominciano sempre. Devo scrivere e sento che qui posso farlo. Ho già un mucchio di idee, sarà l’album delle rinascita”
Salì in camera, prese la chitarra. Si sedette di fronte a Nora che impastava pane, latte, uova e speck. Un po’ di nausea. Passata
“Senti questa per cominciare e annunciare il cambiamento” strimpellò un paio di note accompagnandole con dei “la la la” fino al verso fondamentale The times they are a changing…
Nora continuò a impastare “…e questa per te ,la intitolerò “The girl of the north country” “la la la In the north country fair where the summer ends and the river…..”
“Sei sicuro Bruce?”
”Non ti piacciono?”
“Oh si molto!”
“E poi senti questa”
“Brucie che c’è?”
“Sei tornata’ Stavo leggendo”
“ Sei pallido”
“Stavo pensando a un nuovo album, ho in mente una canzone per te “Jersey girl”
“Jersey girl?” disse Nora
“Si Patti, non ti sembra bella?”
“Brucie vieni a stenderti
“Bruce vieni a stenderti”
“Mi sento strano”
“Si un po’ lo sei, non ti vedo tanto bene.”
“Cosa vuoi dire”bruce chiese spaventato.
“E’…..come se il tuo viso si stesse scomponendo in tanti piccoli pezzi tipo… caleidoscopio”
“Brucie prendi un’aspirina. Senti tesoro Jersey girl è di Tom, Tom Waits. Il tuo si chiama incubo”
“Come è la mia faccia?”
“Pallida”
“….ma intera?”
“Si certo”
“…..non un caleidoscopio?”
“Un caleidoscopio si,Bruce, hai anche dei sottili baffi..
“Ciao Baby, ho buttato la mia valigia , stasera resto con te”
“Ciao Bobby” fece Nora abbracciandolo
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4 commenti:
Mi sono stati fatti i complimenti per una cosa che NON HO SCRITTO...e che in realtà non ho neppure letto.
Sandy, cioè... Sandy, io.
Troppe Sandy
Se James Joyce avesse vissuto molto più a lungo oppure fosse nato molto dopo sarebbe stato un fan del Boss e avrebbe certamente apprezzato il finale di questo racconto.
Ma l'ha scritta col traduttore automatico?
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