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23.5.10

IL BOSS E L' ITALIANA - 18^ PUNTATA


Puntata numero 18 del racconto di Sharonlacorta.
Buona lettura e buona domenica.



Il mattino dopo, Nora era ancora sprofondata nel cuscino. Bruce, che aveva dormito – male – accanto a lei, sentì suonare il campanello. Si mise addosso qualcosa e scese ad aprire. Era Giulia. Si abbracciarono e restarono abbracciati un momento, poi Bruce la guardò. Giulia non l’aveva mai “immaginato” così: lo sguardo di Bruce era spaventato. Deglutì rumorosamente, poi disse:
“Ehi Giulia… che stanno facendo alla nostra Nora?”
“Lei dov’è?”
“Di sopra. Dorme ancora. Ieri sera son riuscito a toglierle la scimmia di dosso ma… ha degli strascichi brutti stamattina. Vieni di sopra”
Giulia si tolse al volo il cappotto e salì con lui le scale.
Entrata nella camera da letto vide l’amica stravolta, la faccia abbottata, borse grigie sotto gli occhi chiusi, i capelli per aria. Si sedette sulla sponda del letto e le accarezzò il viso.
“Ehi…”
Nora aprì a stento un occhio, poi tutti e due, sorpresa di vedere l’amica lì con lei.
“Giulia… - biascicò – che ci fai qui…?”
Giulia guardò Bruce.


“Ho fatto bene a cazziarlo prima di tornarmene a casa la volta scorsa… Mi ha subito informato del fatto che stai facendo la lazzarona”
“Mmmmmmmmmhhhhhhhhhhhhh………” Nora ficcò la testa sotto il cuscino.
Giulia fece capolino da un angolo del guanciale.
“No, dico: e i tuoi figli? Hai intenzione di lasciarli in mano a quel fetente del loro padre per poterti liberamente crogiolare nel dolore?? Io non credo proprio. Bruce credo sia stato troppo morbido ieri… io ti ficco sotto la doccia gelata!”
“No!” Nora saltò fuori da sotto il cuscino. Bruce sorrise. I metodi di Giulia erano… originali ma efficaci.
Nora strizzò gli occhi e si lamentò.
“Ho un mal di testa…”
“Beh fattelo passare. E vatti a riprendere i tuoi figli”
Bruce agì da cuscinetto. Mentre Giulia la bombardava, Bruce l’aiutava a lavarsi, vestirsi e farsi passare il mal di testa. Alla fine era pronta in soggiorno.
“Non vorrete mica farmi andare da sola, vero?”
“Non vorrai mica che ci presentiamo come i tre porcellini, vero?!” ribatté Giulia.
“Potremmo accompagnarla… - suggerì Bruce – restare in macchina a distanza, giusto per controllare come si comporta suo marito”
Giulia restò accigliata.
“Sempre a rendergliela facile, tu… Vabbè, sì si può fare”
Bruce aiutò Nora a salire in macchina, Giulia salì dietro. Chiese a Jon di rimanere a casa, avrebbe guidato lui.
Si fece indicare la strada dalle due donne, e mentre guidava sentiva una gran rabbia crescergli dentro. Certamente Nora era adulta e vaccinata ed in grado di ponderare le sue scelte. Però la situazione contingente certo non l’aveva aiutata: anche se la storia adulterina, trasformatasi in una vera e propria relazione non la discolpava del tutto, trovava le rivendicazioni dell’ex marito sui bambini addirittura vergognose e causa prima del “malessere” che da qualche tempo stava trascinando la donna in un baratro profondo e oscuro. Strinse le mani sul volante, finché le nocche non gli divennero bianche e si disse che, una volta a destinazione avrebbe dovuto resistere alla tentazione di scendere e riempire di pugni quell’uomo senza cuore.
Quando furono davanti alla casa Giulia e Nora scesero. Spense l’auto e scese anche lui, restando in piedi di fianco alla portiera del passeggero, le braccia conserte e un muso lungo che non lasciava presagire nulla di buono. Giulia si voltò a guardarlo.
“Coraggio… Va’ e rivendica i tuoi diritti. E non preoccuparti – indicò Bruce dietro le loro spalle col pollice – abbiamo una guardia del corpo sull’incazzato andante in caso le cose non prendessero la piega che vuoi…”
Nora non diede molto retta a quel che le diceva l’amica. Avvicinarsi a quella porta la faceva sentire col cuore greve. Alessandro l’accolse sulla soglia, ancora prima che lei si fosse avvicinata abbastanza da suonare il campanello.
“Torna a casa Nora: ti porterò i bambini quando sarà il caso di farlo…”
“Non puoi prendere i bambini a piacimento! C’è un’ordinanza del tribunale che te lo vieta!”
“I bambini stanno benissimo dove sono. Da quando hai deciso di fare di testa tua e di andare a scopare in giro col primo che ti è capitato sono diventati nervosi e aggressivi!”
“Non è vero!!” Nora iniziò a sentire il sangue che, anche per i postumi della violenta sbronza, le pulsava nelle tempie.
“Sei un verme!” Giulia rincarò la dose.
“Stai zitta tu, che non c’entri un cazzo con questa storia. E quello chi è, lo stronzo che ti sbatte? Hai anche avuto il coraggio di portarlo in casa mia??!?! Vergognati, sei una cretina!!” si avvicinò e diede uno spintone alla donna cui sarebbe bastato molto meno per rovinare a terra, come in effetti successe.
Bruce non ci vide più. Scattò felinamente verso l’uomo, coprendo i pochi metri che lo separavano dall’ingresso alla casa e gli si avventò contro, colpendolo ripetutamente al volto.
“Bastardo!! Ti approfitti di una donna che sta imparando a fatica a crescere i suoi figli da sola!! Azzardati ancora a metterle le mani addosso e ti ammazzo quant’è vero Iddio!!!”
Giulia e Nora, che nel frattempo si era rialzata, cercarono di separare i due contendenti, mentre le urla avevano richiamato i genitori di Alessandro e i bambini, che ebbero modo di assistere, fortunatamente solo in parte, al pietoso spettacolo.
“Mamma!!” Emma corse incontro a Nora che la prese in braccio al volo.
Andrea vide Bruce e si bloccò di colpo. Nora se ne accorse ma fu Giulia a correre a recuperare al volo il piccino e a iniziare a portarlo verso la macchina.
“Vieni Andrea… Bruce e papà stanno… giocando. Vieni, andiamo a casa a bere la cioccolata…”
Nora con in braccio la bambina si rifugiò a sua volta in macchina, mentre fortunatamente Bruce e Alessandro avevano smesso di darsele.
“Toh! Guarda guarda… Mia moglie si è scelta una mummia piena di soldi per partner! Si vede che aveva voglia di annoiarsi!”
Bruce non capì, ma minacciò ugualmente l’uomo.
“Non approfittarti del fatto che Nora è in difficoltà. E non approfittarti del fatto che io devo star fuori da questa faccenda. Potrei dimenticarmene”
Tamponandosi col dorso della mano un piccolo taglio sul labbro, una stilla di sangue dolce e ferrosa sulla lingua, Bruce risalì in macchina e ripartì con un grande stridio di gomme.

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