2.4.10
TUTT'ALTRA MUSICA - IL BOSS E L' ITALIANA 11^ PARTE
La parte precedente del racconto di Sharonlacorta la trovate qui.
Vi ricordo che accetto guest post quindi se avete voglia di scrivere qualsiasi cosa a tema Springsteen contattatemi.
“Buona questa marmellata…” Evan parlò con la bocca piena.
Nora sorrise.
“Come le fanno gli altoatesini non le fa nessuno… anzi no. Forse questa è austriaca…” prese il barattolo e leggendo i caratteri minuscoli a un metro e mezzo confermò:
“Sì, sì…”
Bruce rise.
“Ehi, donna! Sei più giovane di me e hai bisogno degli occhiali da lettura??”
Nora si rabbuiò scherzosamente.
“Vedrai tu… quando toccherà anche a te…”
“Oh ma a lui tocca già, sai?” precisò Evan.
“Massì???” chiese divertita Nora.
“Mi pareva che soltanto il povero Garry dovesse inforcare gli occhiali per vedere la tastiera del basso…”
“Figurati… papà è orbo come una talpa. Solo che non si arrende…”
Nora sorrise maliziosa.
“Che poi, l’occhialino da lettura fa così sexy…”
“Smettetela. Io ci vedo benissimo”
Evan sorrise.
“Ok papà…”
Capitolo IV
Il telefono di Nora squillò.
“Il mio treno è in orario, se vuoi saperlo”
“Benone! Ci mettiamo in macchina e veniamo alla stazione”
“Naaaaaa. Vieni già con lui?”
“E Evan”
“Naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!! Si è portato un figlio dietro??”
“In realtà era pattuito….”
“Io sempre l’ultima a sapere le cose, vero?”
“Si chiamano sorprese, noiosa!”
“Siate puntuali, sai quanto detesti aspettare”
“Sissignora”
Nora relazionò Bruce sulla visita dell’amica. Bruce non se lo fece ripetere due volte: chiamò Jon al telefono e in un batter d’occhio il SUV nero si presentò a casa di lei.
Si recarono tutti alla stazione a prendere Giulia, il cui treno sarebbe appunto arrivato in orario. Il cantante fece girare poche teste: il paese non era molto grande e la gente non lo riconobbe, o se lo riconobbe pensò che non sarebbe stato plausibile che fosse lì, quindi continuò come se niente fosse. Cosa che a Bruce piacque parecchio.
Sulla banchina, non appena il treno si fu fermato, Nora cercò con lo sguardo tra i tanti passeggeri scesi, la sagoma familiare della sua amica. Finalmente la vide. Giulia le sorrise, mentre Nora le si fece incontro: Bruce, Evan e Jon rimasero in disparte.
“Eccoti!! Hai viaggiato bene?”
“Poche chiacchiere, Festi! Cosa ci fa così LONTANO??? Ha paura di essere morso?”
“Beh, poiché gli ho raccontato che tipo sei… sì!”
Si avvicinarono e ci fu uno scambio di convenevoli. Giulia sentì un fremito. Anche a lei Springsteen piaceva parecchio e benché fosse abituata per cultura e formazione morale a fare il Grillo Parlante dell’amica, non potè evitare di sentirsi anche lei percorrere da un brivido di emozione.
“Ecco, la mia amica mi ha parlato molto di te, al di là di quanto io potessi già sapere per conto mio ma… E’ davvero un piacere conoscerti!”
“Se è così allora sai già molto… Tendo a non raccontare i fatti miei alla stampa”
Bruce le strinse la mano con vigore.
“T’ha parlato di Evan?” La rockstar presentò il figlio a Giulia.
“Ma ciao. In compenso tu sei molto meglio dal vivo che in foto…”
Evan arrossì.
Si avviarono tutti in macchina e poi verso casa di Nora. Bruce ed Evan rimasero “isolati” per un po’: le due amiche quando si incontravano si lasciavano trascinare da chiacchierate torrenziali. Poi, una volta giunti a casa, finalmente i due uomini vennero “reintegrati” nella vita delle due donne.
Durante lo svolgersi della giornata, Giulia ebbe modo di avvicinarsi a Bruce.
“Allora, come si sta in Italia?”
In quel momento erano sul portico della casa di Nora, che dalla mezza montagna guardava sulla vallata sottostante.
Bruce sorrise.
“Sempre molto bene”
“Beh… se posso spezzare una lancia sei… capitato bene. Nora è un’ottima padrona di casa”
Bruce guardò lontano, verso il panorama in valle.
“E’ anche altre cose”
“Se fossi un’adolescente sbroccata lascerei che fosse l’invidia a parlare per me… ma non lo sono. Adolescente e sbroccata, intendo. Nora è la mia migliore amica, da tanti, tanti anni. Ci siamo conosciute in tempi non sospetti, sono stata la sua testimone di nozze e sono la madrina dei suoi figli. Io dovrei, e se devo essere sincera ho tentato, seppur con poca convinzione, di ridurla a più miti consigli, dicendole di lasciar perdere. Ma lei naturalmente non lo ha fatto, troppo un Leonaccio. Quindi ti dico: non ho ben capito che tipo di piega abbia preso questa storia, ma sarà meglio per te se la tratti coi guanti. Sarò… più dolce, ma ferma e chiara: se non sei sicuro di quello che fai, non metterti in mezzo, non farle sfasciare la sua famiglia. Anche se, a dire il vero, a questo credo riesca benissimo da sola”
Bruce mostrò un sorriso timido.
“Sei una persona molto diretta… Nora è fortunatissima ad avere un’amica come te. Ti assicuro che l’unica altra volta in cui sono stato così sicuro di quello che facevo è stata… quando ho sposato mia moglie. Con Patti non funziona purtroppo più come prima e ho deciso di compiere un’altra scelta: voglio condividere la mia vita con Nora. Le mie intenzioni sono serissime, se è questo che vuoi sapere…”
“Non vorrei averti offeso ma… Nora è… come posso dire. Trasfigurata. Se questa storia si rivelasse una bolla di sapone, se tutto prendesse un’impostazione… ‘consumistica’, sono sicura che ne morirebbe. Quel che intendo è questo: se dev’essere sport… ti prego: lasciala stare”
Bruce scosse la testa.
“Non è stato sport nemmeno la prima volta. Io… “
“Ok, questo mi basta. Rientriamo? Fa un freddo becco…(it’s beak cold!)”
“Subito…”
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Alla prossima settimana.
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